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domenica 30 dicembre 2018
martedì 7 agosto 2018
LE GRANDI SECCATURE
Questo aneddoto potrebbe intitolarsi "Le Grandi Seccature",inteso
sia
come scocciature,o peggio, che ti capitano nella vita,sia come la
morte definitiva di una pianta. Ovviamente
l'aggettivo "grande" si
riferisce all'importanza della pianta e in questo caso alla mia
primigenia collezione di rose inglesi.
Sono nata in città,la
mia esperienza con i fiori si basava sugli insegnamenti di mia
madre,che nata in ben altra epoca benchè non fosse in alcun modo
titolata,conosceva le regole basilari per far crescere delle piante
sane. Avevamo un piccolo giardino e i due rosai rampicanti che
tappezzavano la ringhiera della discesa vivevano praticamente di vita
loro. In seguito ho incrementato le mie conoscenze diplomandomi come
Perito Agrario,ma fu ben altra cosa quando mi trovai a gestire i 7
ettari di proprietà che circondavano la mia casetta sugli Appennini.
Che meravigliosa esperienza fu all'inizio,penso di aver piantato
piante e seminato bulbi e semi per diversi trilioni di euro,tipo orgia
di sensazioni,con risultati talvolta discutibili che tuttora subisco.
Il mio tiglio,piantato per la nascita di mia figlia,e il susino
Stanley piantato un paio di mesi prima e che mi parevano ad anni luce
uno dall'altro,dopo 25 anni,sono appiccicati come due gemelli siamesi.
Comunque e in breve mi appassionai alle rose e dopo le inevitabili,e
un poco maldestre,prime esperienze comincia a coltivare il fiore più
bello del mondo senza grosse difficoltà. Come sapete bene quando un
argomento ti appassiona bruci in fretta tutte le tappe e dopo aver
frequentato ibridi di rosa di un pò tutti i tipi mi trovai davanti le
Rose Inglesi.
Come
erano belle e come erano profumate e mi ricordavano le rose della mia
infanzia in Friuli e......insomma lo sapete come sono e il loro
fascino. Ne acquisto dieci tipi diversi e le spio crescer il primo
anno in vaso. Risultato meraviglioso,la primavera successiva tripudio
di fioritura. Non esagero dicendo che mi beavo di queste presenze
e,forte della riuscita,nell'autunno successivo le pianto tutte quante.
Ovviamente mi ero documentata sulle loro esigenze e mi pareva di aver
scelto il posto migliore,per loro,nel mio giardino. Così l'anno a
seguire attesi trepidante e....tombola! Un trionfo,penso che le api
della mia zona se le ricordino ancora. E l'anno dopo? La più bella
fila di rose mai vista,devo confessare che tutte le volte che ci
passavo accanto ero tronfia come una tacchinotta. Poi
l'apocalisse,nel giro di due mesi la morte di tutte le piante.
Per anni mi sono interrogata sulle mie
incapacità,perchè non potevo pensare che delle
creature che tanto mi stavano dando finissero così.
Ora,a distanza di decenni,sono
diventata più saggia e con più esperienza e forse tutto quello
sfolgorare era proprio un segnale di morte. Una pianta non ha una
strategia per vivere,usa quello che trova e finchè c'è da bere e da
mangiare va. Mi sentii molto avvilita e forse non l'ho proprio
digerita perchè da allora tengo le rose inglesi in vaso dove le
controllo come fossero neonati e,lo stesso,mi fanno confondere. Tutte
meno una,ma questa è un altra storia.
ELISABETTA
lerosedifirenze'
Etichette:
rose inglesi
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